Un Caffè con… Enrico Giovannini

A concludere la rubrica social “Tor Vergata Sostenibile: un caffè con…” dell’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile, lo scorso 6 luglio, gradito ospite della diretta live di Facebook è stato il Prof. Enrico Giovannini, docente ordinario di Statistica Economica presso il Dipartimento di Economia e Finanza della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e titolare del corso Analisi e politiche per lo Sviluppo Sostenibile.

Il Prof. Giovannini è il Presidente del Comitato per l’attuazione della Mission e della Vision di Ateneo a favore dello Sviluppo Sostenibile, è il Delegato RUS – Rete Universitaria per lo Sviluppo Sostenibile per l’Ateneo e il Coordinatore RUS del GdL “Educazione”, è inoltre il Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS.

Ad intervistarlo l’Arch. Maria Luigia Fiorentino, Environmental Design PhD dell’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile, dopo aver dedicato un affettuoso saluto al ricordo del Maestro Ennio Morricone.

https://www.facebook.com/UnitorvergataSostenibile/videos/2725265847702699

Quanto l’emergenza dovuta al Covid-19 ha rallentato l’attuazione di azioni a favore dello sviluppo sostenibile e quanto quindi ha influito sul raggiungimento degli obiettivi che l’ONU ha prefissato per il pianeta attraverso l’Agenda 2030 nel nostro Paese?

E’ evidente che questa crisi non fa bene allo sviluppo sostenibile e non fa bene all’ Agenda 2030, perché come abbiamo mostrato, anche come ASviS, è una crisi che colpisce duramente e negativamente l’Obiettivo 1 relativo alla povertà, l’Obiettivo 3 relativo alla salute, l’Obiettivo 4 relativo all’educazione, l’Obiettivo 5 sulle disuguaglianze di genere e gli Obiettivi 8 e 9 sull’ occupazione, il reddito e le imprese; i piccoli miglioramenti ahimè temporanei  sui temi dell’inquinamento, la riduzione degli incidenti stradali e la riduzione dei furti nel periodo di lockdown non sono certo tali da compensare questi drammatici effetti di carattere socio-economico.

Questo è quello che ci dice la fotografia dell’analisi di impatto scattata dall’ASviS, ma dall’altro lato abbiamo un’ottima notizia e cioè che l’Unione Europea, e la Commissione Europea in particolare, sta facendo dell’Agenda 2030 l’architrave di tutte le proprie politiche. In questa strategia di rilancio che viene proposta ai paesi membri e le cui caratteristiche sono in fase di negoziazione l’Agenda 2030 è infatti centrale. Non a caso si parla di Green New Deal come nuova strategia di crescita per tutto il continente, lotta alle disuguaglianze e resilienza. Insomma, le parole chiave della Agenda 2030 sono anche al centro delle politiche europee.

Spetta però ai singoli Paesi dare risposte progettando piani coerenti con quegli obiettivi e su questo l’Italia è forse un po’ indietro. E’ importante che la presidenza semestrale tedesca dell’Unione abbia considerato l’Agenda 2030 come centrale e dunque intende arrivare entro la fine dell’anno a definire un sistema di governance europea molto più in linea con questa.

I fondi europei dovranno andare in quella direzione e quindi sarà un’occasione per il nostro Paese di far di necessità virtù e spendere quei fondi per migliorare tutto il sistema delle politiche sociali, ambientali ed economiche in linea con l’Agenda 2030.

Spesso, durante le nostre interviste, abbiamo menzionato l’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nata il 3 febbraio del 2016, su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarli allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Dopo più di 4 anni dalla sua nascita, in qualità di portavoce, potrebbe fare un primo bilancio su questa esperienza virtuosa?

Il bilancio è estremamente positivo. Siamo partiti a dicembre del 2015, un paio di mesi dopo la firma della Agenda 2030, con una sessantina di potenziali aderenti e oggi sono oltre 270 le organizzazioni della società civile che aderiscono ad ASviS, che ormai è configurata come la più grande rete della società civile mai realizzata in Italia e la cosa importante, al di là dei numeri, è che la nostra attività stia influenzando  le posizioni delle diverse componenti della società civile. Pensiamo ad esempio a Confindustria che ha pubblicato il primo Rapporto di sostenibilità proprio qualche mese fa, ai sindacati sempre più attenti a questi temi, ma anche al dibattito politico che oggi affronta questioni legate alla sostenibilità molto più di quanto facesse quattro anni fa.

L’Agenda 2030 è stata presa come riferimento anche da tante organizzazioni non governative, dal volontariato, dal forum del terzo settore e poi dalle istituzioni e anche dalle università.  La creazione della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile è stato un passo molto importante e oggi quasi tutti gli atenei aderiscono a questa rete, che genera tante iniziative volte a introdurre importanti novità anche sul piano dell’educazione oltre a quello della ricerca: la lettera aperta firmata recentemente dal coordinamento della RUS in risposta al Covid-19 ha identificato una serie di azioni che sono in fase di attuazione.

Inoltre, si è tenuta recentemente la riunione del Comitato di Coordinamento ed è straordinario come tantissime università si stiano impegnando non solo a diventare più sostenibili, ma anche a diventare parte attiva nei rapporti con il territorio nella cosiddetta Terza Missione, con le imprese e con le istituzioni. Siamo molto soddisfatti del cambiamento che l’ASviS sta producendo con le sue attività di sensibilizzazione.

Il prossimo appuntamento di ASviS è per il Festival dello Sviluppo Sostenibile che si terrà in tutta Italia dal 22 settembre al 8 ottobre in cui speriamo che le università, compresa “Tor Vergata”, si impegnino come hanno fatto l’anno scorso: grazie alle 300 iniziative organizzate dalla rete delle università abbiamo superato 1.000 eventi nei 17 giorni del Festival, tanti giorni quanti sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Tor Vergata ha dimostrato di credere molto nei principi della sostenibilità, non a caso ha creato un Comitato per l’attuazione della Mission e Vision di Ateneo, la nascita del nostro ufficio e la partecipazione da subito alla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile dove lei ricopre il ruolo di Delegato per l’Ateneo, oltre che quello di Coordinatore del GdL Educazione. Vorrebbe parlarci brevemente delle attività che il nostro Ateneo ha messo in atto attraverso questi strumenti e collaborazioni, magari con un focus sull’educazione?

La RUS si occupa fondamentalmente di tre aspetti e il primo riguarda il fatto di diventare più sostenibili, migliorando gli aspetti gestionali, tra cui l’efficienza energetica, la riduzione del consumo di acqua, la promozione di una mobilità sostenibile e così via. È molto importante che l’Ateneo sia stato uno dei primi in tutta Italia a costituire un ufficio come il vostro, incentrato sulla sostenibilità a tutto campo, tentando di superare la frammentazione precedente con l’esistenza di una gestione dei rifiuti, piuttosto che la gestione della mobilità o dell’energia come elementi disgiunti tra di loro.

Altro aspetto rilevante, come già ricordato, è quello di aver creato un Comitato che riporta direttamente al Rettore, al Consiglio di Amministrazione e al Senato Accademico, in cui sono rappresentati tutti i Dipartimenti. Anche questa esperienza sta diventando una pratica di altri atenei.

Noi siamo partiti prima e questo ha agevolato il coordinamento tra i vari dipartimenti, in particolare per ciò che concerne l’educazione. Abbiamo cominciato a diffondere a tutto il personale bibliotecario tecnico il corso base per l’Agenda 2030 sviluppato dall’ASviS e adesso verrà fornito a tutti gli studenti. A partire da quest’anno ci saranno iniziative orientate maggiormente alle matricole per caratterizzare “Tor Vergata” come Ateneo dello sviluppo sostenibile, come stabilito appunto nella sua Mission.

Un punto cruciale che è emerso con forza in questo periodo è quello dell’attivismo da parte degli studenti, dei giovani ricercatori o che in generale ruotano intorno all’ ateneo. Come ASviS stiamo dedicando una particolare attenzione a questi aspetti. La crisi sta colpendo duramente i giovani e con l’aumento del debito pubblico si sta scaricando proprio sulle future generazioni l’onere dell’aggiustamento, per questo è così importante promuovere la capacità delle giovani generazioni di far sentire la propria voce. A tal riguardo segnalo il lancio da parte di ASviS di futuranetwork.eu un sito in cui si discute di quali soluzioni dare oggi per un futuro diverso e in cui le associazioni giovanili avranno ampio spazio. Questo è solo un esempio per ribadire che le università, e l’università di Roma “Tor Vergata” tra di esse, possono diventare veri incubatori di iniziative nella direzione della sostenibilità.

Noto da parte degli studenti, anche nel mio corso ad economia sull’Analisi delle politiche per lo sviluppo sostenibile, una grandissima attenzione a questi temi, soprattutto da parte delle ragazze. L’alta considerazione dei temi che ruotano intorno al principio di giustizia intergenerazionale e della cura delle nuove generazioni è particolarmente sentito dalle ragazze, come anche tanti sondaggi mostrano. E questo deve spingere i ragazzi a compensare un gap che per una volta va a favore delle donne.

Segnalo inoltre una nuova modalità di corsi che partiranno con la caratteristica di 3 + 3 crediti e che consentiranno una collaborazione tra le università sui temi della sostenibilità.

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