un caffè con… Gloria Fiorani

Il caffè virtuale di Lunedì 22 Giugno si è tenuto in compagnia della Professoressa Gloria Fiorani, Docente Associato di “CSR e rendicontazione sociale”, di “Economia e sostenibilità delle aziende e delle amministrazioni pubbliche” nonché Direttore del Master Maris di II livello presso il Dipartimento Management e Diritto della Facoltà di Economia del nostro Ateneo.

Tema dell’incontro: “La Creazione di Valore Condiviso ai tempi del Covid-19”.

L’intervista è stata condotta dalla dott.ssa Emanuela Pistilli.

Un “caffè virtuale” di sostenibilità con la Prof.ssa Gloria Fiorani. "La creazione di Valore Condiviso ai tempi del Covid-19"

Un “caffè virtuale” di sostenibilità con la Prof.ssa Gloria Fiorani. "La creazione di Valore Condiviso ai tempi del Covid-19"#torvergatasostenibileUniversità di Roma Tor VergataEconomia Tor VergataRUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibileASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo SostenibileMaster MARIS

Pubblicato da Unitorvergata Sostenibile su Lunedì 22 giugno 2020

1) Negli ultimi anni le imprese sono state viste sempre più come una delle cause principali di problemi sociali, ambientali ed economici. Ci potrebbe spiegare cosa si intende per “Creazione di Valore Condiviso” e come essa rappresenti una soluzione verso cui le imprese sono chiamate ad orientarsi.

Per CVC si intende la capacità delle imprese di conciliare progresso economico e progresso sociale/ambientale. La CVC rappresenta oggi la chiave per uscire da questa situazione di crisi sanitaria, economica, sociale e ambientale.
Come ha infatti sottolineato il Direttore esecutivo del Global Compact Network delle Nazioni Unite: “la pandemia deve essere considerata solo un’esercitazione antincendio per ciò che probabilmente accadrà in seguito agli sviluppi della crisi climatica, quella ambientale; una crisi che coinvolgerà il mondo intero e dalla quale nessuno potrà autoisolarsi.

Secondo il WWF molte malattie, tra cui il Covid-19 “non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali”; il risultato di comportamenti che non rispettano l’ecosistema terrestre e marino, quali deforestazione, prelievo e traffico merce di animali selvatici, mercato di animali e salto di specie.

Lo stesso Prof. Becchetti, in una sua ricerca ha evidenziato la stretta relazione tra inquinamento atmosferico e diffusione del Covid-19, non a caso sono proprio le Regioni del Nord Italia ad essere state maggiormente impattate dalla pandemia.

La CVC rappresenta, quindi, la leva per uscire da questa situazione di crisi perché è in grado di stimolare una nuova ondata di innovazione e di crescita della produttività nell’economia locale e globale, prevenire altre crisi, rendendo possibile una ripartenza di tipo “trasformativo”, in grado fare un “passo in avanti” – come afferma il Prof. Giovannini – in materia di Sviluppo Sostenibile (economico, ambientale, sociale).

2) Cosa si intende per Responsabilità Sociale di Impresa (CSR) e quale è la differenza dalla CVC?

Nella CSR, lo Sviluppo Sostenibile si trova a valle delle operazioni commerciali delle imprese; nella CVC la sostenibilità sta al centro della Strategia o, meglio, della Mission. Un po’ come il nostro Ateneo che nel 2015, a seguito dell’adozione dell’Agenda 2030, ha adottato una Mission e Vision a favore dello Sviluppo Sostenibile, così stanno facendo anche molte imprese in Italia, in particolare, è nato il fenomeno delle “Benefit Corporation”, dei soggetti ibridi tra privato for profit e non-profit, riconosciute dalla Legge di Stabilità del 2016, come nuovi soggetti giuridici (aziende private for profit) che contengono all’interno del proprio Statuto il concetto di CVC.

Rispetto alla CSR Il Valore Condiviso non è responsabilità sociale, filantropia, atteggiamento caritatevole o legato alla funzione comunicazione/marketing (finalizzato al miglioramento della reputazione dell’azienda), ma un nuovo approccio al perseguimento del successo economico di lungo periodo, una strategia di sopravvivenza in momenti di crisi per le imprese.

3) In questo particolare contesto di crisi sanitaria, sociale ed economica collegata al Coronavirus come è possibile Creare Valore Condiviso, ossia come è possibile conciliare progresso economico, sociale, ambientale? Ci può fare qualche esempio?

Le imprese dovrebbero riconciliare business e società. L’azienda ha, infatti, bisogno di una comunità in buona salute, non solo per creare domanda per i suoi prodotti, ma anche per avere certi asset critici e un ambiente favorevole. Allo stesso tempo, la comunità ha bisogno di imprese di successo per mettere a disposizione dei suoi componenti posti di lavoro e opportunità di creazione di ricchezza.

Le imprese devono partire dai bisogni della società e rispondere ai suoi problemi in modo innovativo, creando valore economico con modalità tali da creare valore anche per la società.

In questo periodo sono tante le imprese che hanno avviato un percorso di riconversione della produzione, per citare qualche esempio: nel settore della moda Calzedonia e Giorgio Armani (per la realizzazione di mascherine protettive e camici monouso), Disaronno e Ramazzotti (da produzione di liquori a gel disinfettanti per le mani), Ferrari (ha utilizzato la propria tecnologia per produrre valvole per creare dei respiratori polmonari), il caso mediatico di una piccola società di ingegneria che ha riconvertito le maschere di snorkeling di Decathlon in respiratori polmonari, hanno, di fatto, conciliato progresso economico (riconvertendo la produzione, le imprese possono continuare a produrre e sopravvivere in tempi di crisi) e progresso sociale (le imprese hanno risposto ad un bisogno sociale insoddisfatto).  In questi primi mesi è, tuttavia, prevalsa in realtà una logica di CSR, legata al buon senso, alla filantropia (tali nuovi prodotti sono stati, nella maggior parte dei casi, donati dalle imprese alla comunità di riferimento). Numerose sono state inoltre le organizzazioni (di grandi e piccole dimensioni) che hanno partecipato con raccolte fondi e donazioni (anche milionarie) a supporto dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19.

La logica di CVC è, invece, egoistica perché rappresenta una vera e propria strategia di “sopravvivenza” anche e soprattutto in tempi di crisi, che ha come obiettivo quello di massimizzare il profitto di una impresa rispondendo, allo stesso tempo, ai bisogni del territorio. Quindi nel lungo periodo, perché si realizzi realmente la CVC, tali prodotti riconvertiti devono essere venduti dalle imprese, non donati (la donazione non crea valore economico per l’impresa e non sarebbe sostenibile nel lungo periodo).

La riconversione dei prodotti non è l’unico modo per creare valore condiviso; per fare altri esempi: sempre in questo periodo, molte imprese hanno attivato lo smart working, così da conciliare continuità dell’attività produttiva (progresso economico) con progresso ambientale (miglioramento della qualità dell’aria come conseguenza del minor traffico); attivazione di un’assicurazione sanitaria per rischio Covid-19 da parte delle imprese (costo attuale che porta dei vantaggi nel lungo periodo perché la produttività delle imprese non viene interrotta nel caso in cui i dipendenti si dovessero ammalare: i dipendenti potrebbero avere infatti accesso alle migliori cure e tornare a lavoro in tempi più brevi) oppure rafforzamento delle misure di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Ad esempio, Giovanni Rana è riuscito a conciliare progresso sociale ed economico perché ha garantito la continuità della produzione attivando per i propri dipendenti dei voucher di 400 euro mensili come bonus baby-sitter; Luxottica ha intrapreso un piano di formazione per i propri clienti ottici per prepararli alla ripartenza ed ha avviato una campagna di tamponi per i propri dipendenti e familiari e, in partnership con l’Università di Padova, per il territorio.

Un’altra leva per la CVC è rappresentata proprio dalla collaborazione tra PA e settore privato. La PA dovrebbe, infatti, come le imprese, superare questo trade-off tra Sviluppo Sostenibile e business, istituzionalizzato in decenni di scelte politiche e teorie economiche (legate al pensiero neoclassico) che hanno di fatto pregiudicato la competitività delle imprese, l’innovazione e soffocato la crescita del Paese.

Esempi dal lato della PA che stimolano la CVC: la Regione Lazio ha investito 2 mln di euro per aiutare le imprese a implementare lo smart working; la Regione Lombardia ha messo a disposizione 10 mln di euro di agevolazioni alle micro, piccole e medie imprese per la riconversione delle loro unità produttive o per ampliare la capacità di produzione di mascherine ed altri DPI; il Piano Transizione 4.0, il cui Decreto Attuativo ha ottenuto il via libera della Corte dei Conti, prevede 7 mld per investimenti in Innovazione ed Ecosostenibilità.

Anche il Programma redatto dal Comitato di esperti presieduto da Colao, di cui fa parte il nostro Prof. Giovannini, rappresenta un esempio di politica pubblica a favore della CVC. In particolare, all’interno della seconda scheda è rappresentato il modello “Quintupla Elica” per lo Sviluppo Sostenibile, composto dai diversi attori che devono collaborare tra di loro per lo sviluppo sostenibile (l’immagine di un fiore che ricorda quella del SDG 17): 1. Imprese e lavoro motore dell’economia, 2. Società civile 3. Infrastrutture e Ambiente volano del rilancio, 4. PA alleata di cittadini e imprese, 5. Istruzione ricerca e competenze fattori chiave di sviluppo. La Commissione Colao ha, inoltre, aggiunto una 6° elica rappresentata dal turismo sostenibile come leva di ripartenza per il Paese (il settore del turismo è stato infatti fortemente impattato dalla Pandemia e rappresenta un punto di forza del nostro Paese ma anche di molti Paesi in via di Sviluppo).

Possiamo, quindi, dire che la collaborazione Crea Valore Condiviso. Nello specifico cosa può fare l’Ateneo nella presa di coscienza dell’efficacia trasformativa del Valore Condiviso e cosa sta portando avanti Lei con il suo gruppo di ricerca?

L’Università rappresenta sicuramente un attore importante in questo modello di CVC.
Le tre modalità per la Creazione di Valore Condiviso di cui si avvale sono: le due tradizionali, Formazione e Ricerca,e la Terza Missione. L’educazione allo Sviluppo Sostenibile è considerata il vettore per raggiungere tutti gli Obiettivi dell’Agenda 2030, per questo motivo, quattro anni fa ho deciso di avviare il Master MARIS, Master di II Livello in Rendicontazione, Innovazione e Sostenibilità che si basa proprio sul modello “Quintupla Elica” per lo Sviluppo Sostenibile, finalizzato a creare Valore Condiviso: il MARIS è, infatti, un Master interdisciplinare,perché aperto a tutte le materie (la sostenibilità è un tema interdisciplinare) e intersettoriale perché ha come obiettivo quello di creare un’aula mista in cui sono rappresentati tutti i settori della Quintupla Elica”, così da stimolare la collaborazione e lo sviluppo di progetti sostenibili innovativi in risposta ai bisogni del territorio.

Sempre dal Master MARIS sono nati tantissimi corsi orientati alle PMI; proprio recentemente abbiamo avviato un corso con Formacamera, Azienda speciale della Camera di Commercio, e Unicredit dal titolo: “Sostenibilità e PMI – Il Valore Condiviso come leva di crescita aziendale”.

Locandina del corso

Ma abbiamo avviato anche diversi Summer Camp destinati a dirigenti scolastici e insegnanti [1, 2] nonché corsi, nell’ambito nel percorso “Valore PA”, per la Pubblica Amministrazione.

Quello che serve è infatti un cambio di mentalità per stimolare la collaborazione e la creazione di valore condiviso ma soprattutto, in ottica di Terza Missione, serve tanto public engagement. A tal proposito, ci tengo a ricordare la campagna di civic crowdfunding “Aiutiamo a curare di più”, lanciata con i colleghi del Government & Civil Society Research Group [3] con la quale la comunità accademica ha raccolto circa 30.000 euro destinati al nostro Policlinico Tor Vergata, Covid Hospital.

Per concludere, le Università devono oggi “scendere dalla propria cattedra”: come le imprese, devono essere in grado di individuare i bisogni del territorio e rispondere in modo innovativo e, soprattutto, rapido/proattivo a tali bisogni, diventando il motore di crescita del territorio, il perno del modello “Quintupla Elica” per lo Sviluppo Sostenibile.

Tutta l’attività di ricerca del Team Maris [4] è orientata ai temi dello sviluppo sostenibile, della rigenerazione urbana, della Creazione di Valore Condiviso e della Rendicontazione sociale (perché le azioni devono poi essere rendicontate, comunicate agli stakeholder, per rafforzare il rapporto di scambio ed engagement).

[1] https://www.mastermaris.it/notizia.asp?idComunicazione=28
[2] https://www.mastermaris.it/notizia.asp?idComunicazione=17
[3] http://gcs-group.it/
[4] https://www.mastermaris.it/staff-maris.asp

LINK UTILI DI APPROFONDIMENTO:

Report di Sostenibilità di Ateneo 2019

Gruppo FB “CSR Innovazione Sociale Sviluppo Sostenibile”

Multidisciplinary Summer School di Ateneo “Sustainable Development Labs”

Laboratori Nuova Economia – Prepararsi al futuro

Gestione di programmi e progetti per l’attuazione delle strategie di sviluppo locale sostenibile  (GAL Prealpi e Dolomiti)

Strategia della Commissione europea sull’RSI

Corporate Social Responsibility, Responsible Business Conduct, and Business & Human Rights. – Overview of Progress

Potrebbero interessarti anche...