un caffè con… Simone Bozzato

Ottavo appuntamento con la rubrica social in diretta Facebook “Un caffè con…” dell’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

La dott.ssa Federica Bosco ha intervistato lunedì 15 giugno il Prof. Simone Bozzato, Coordinatore della macroarea di Lettere e Filosofia e docente presso il dipartimento di Storia, patrimonio culturale, formazione e società. Tema dell’intervento “Il turismo sostenibile per la ripartenza”.

Un “caffè virtuale” di #sostenibilità con il Prof. Simone BOZZATO.

Un “caffè virtuale” di #sostenibilità con il Prof. Simone BOZZATO. "Il #turismo #sostenibile per la ripartenza".#torvergatasostenibileUniversità di Roma "Tor Vergata" – Lettere e Filosofia

Pubblicato da Unitorvergata Sostenibile su Lunedì 15 giugno 2020

Il turismo è un settore economico attualmente in grave sofferenza e che tra tante difficoltà sta cercando di ripartire. Com’era la situazione in Italia prima del COVID-19, e come è cambiata oggi?

Prima di questo tracollo generale il turismo italiano era un settore in piena espansione: i dati risultavano essere molto positivi in termini di crescita nazionale e con delle aspettative importanti anche in ambito internazionale.

In assoluto dunque la situazione era positiva, anche se analizzando meglio gli aspetti che caratterizzavano il fenomeno turismo, il settore manifestava delle fragilità e degli elementi di frammentazione che si sono palesati, in tutta la loro gravità, proprio con il Covid-19, tanto da rendere il turismo, con molta probabilità, uno degli ambiti produttivi più colpiti dalla pandemia.

Rispetto poi alla situazione nazionale vi è un elemento ulteriore di difficoltà e preoccupazione: altri Paesi europei, nostri concorrenti, manifestano delle realtà produttive, in settori affini e funzionali al turismo, che riescono a compensare meglio le perdite avute.

In Italia l’aver puntato in modo così netto su alcune forme di turismo, senza pensare a possibili “paracaduti di tipo economico”, quale l’integrazione funzionale con altri comparti produttivi, ha prodotto situazioni complesse dettate in parte da un difficile quadro previsionale legato alla pandemia e, in altra parte, dalla situazioni di difficoltà nel produrre il superamento da un turismo di massa, per sua natura invasivo e consumistico, e il turismo sostenibile.

Viviamo dunque una condizione preoccupante, mentre ci affanniamo ad avviare interventi per supportare il settore cercando di tutelare i posti di lavoro, per altra misura non siamo riusciti ancora ad determinare le condizioni per avviare una transizione “dolce”. Spingere cioè i diversi comparti rappresentativi il turismo verso quell’evoluzione culturale oggi sintetizzabile nel turismo sostenibile.

Un percorso, quest’ultimo, che fatica ad imporsi e che non riesce a determinare condizioni socio-territoriale favorevoli per le comunità ospitanti.

Siamo dunque in una situazione complessa, indubbiamente di piena crisi. Ma, come spesso si sente dire, nelle pieghe delle crisi si possono trovare gli spazi per nuove progettualità in grado di attivare politiche di lungo periodo e non solo di medio e corto raggio.

È anche vero che mai si era manifestata una crisi di tale portata: si è letteralmente fermato tutto da un giorno all’altro. Non va però dimenticato che di crisi ne abbiamo vissute varie, in altri momenti il settore turistico aveva resistito ad accadimenti locali che, per quanto gravi, non avevano però modificato i trend internazionali, e la previsione di un ampliamento non solo del numero di “turisti”, ma soprattutto della progressiva tendenza ad avere più “viaggiatori che turisti” e l’ulteriore tendenza ad aumentare il numero delle destinazioni, sembrava disegnare uno scenario di sviluppo particolarmente interessante.

Rimane pertanto essenziale una riflessione su un settore che presenta delle fragilità sulle quali non c’è mai realmente stata una valutazione di sistema.

Abbiamo accennato alla ripartenza e probabilmente questo è il momento adatto per pensare a nuovi approcci al turismo, muovendoci magari proprio nella direzione della sostenibilità. A cosa ci riferiamo esattamente quando parliamo di turismo sostenibile e quali sono le sue principali forme?

Il turismo entra a pieno titolo nelle opportunità che derivano da una coerente pianificazioni attraverso politiche di sviluppo sostenibile. Il Covid-19 ha reso più evidente l’esigenza di guardare al turismo sostenibile come ad una politica di sviluppo efficiente, dentro la quale trovare l’opportunità per ridare valore alle comunità, ai territori e al lavoro delle persone.

Queste ultime tematiche sono molto presenti anche nelle politiche per il 2030, nell’attuazione degli SDGs e di tutto quello che riteniamo oggi essere fondamentale per dare concretezza a quel grande fermento culturale che troviamo dentro la sostenibilità dello sviluppo.

Viviamo una fase complessa e di forte contrapposizione tra Paesi che continuano a scontrarsi su politiche orientate a proseguire la strada dell’economia fossile o che hanno intrapreso, a “vele spiegate”, quella verde. Il turismo, nella sua accezione massiva, ha contribuito ad accentuare questo divario, anche se in contesti territoriali più maturi le politiche sostenibili hanno invece prodotto delle pratiche di turismo sostenibile molto innovative orientate a ridurre questo divario. 

Pensando al valore dei territori e dei paesaggi che compongono il Belpaese c’è da dire che l’Italia si compone di una moltitudine di esperienze di turismo sostenibile, ramificate attraverso diverse forme d’investimento con fondi europei, nazionali e regionale che hanno contribuito a supportare esperienze di tipo locale.

Cos’è accaduto però nel tempo: non sempre i finanziamenti hanno raggiunto l’obiettivo di ottenere una reale politica di turismo sostenibile. Si sono andate creando situazioni che, in alcuni casi, celano vecchie abitudini e quindi continuano a frammentare quel rapporto di fiducia e collaborazione essenziale tra le comunità ed i territori di appartenenza.

Va però anche riconosciuto che ci sono anche tantissimi casi positivi: esistono diverse realtà regionali come Lazio, Puglia e Toscana, ma anche in altre Regioni, che attraverso forme differenti di turismo lento e di mobilità dolce, attraverso un lavoro costante orientato a privilegiare forme turismo integrato e di turismo di comunità, hanno creato effetti positivi in termini di sviluppo per le aree più deboli, invertendo lo spopolamento in atto e facendo rivivere contesti territoriali altrimenti abbandonati.

Sono nate così grandi opportunità per quegli ambiti territoriali che hanno creato le condizione per far rinascere le comunità che vivono, o che intendono ripopolare quelle realtà, avviando investimenti in termini di programmazione.

Non basta però stimolare la partenza di questi processi virtuosi ma si sente l’esigenza di monitorare, in tutte le diverse fasi di attuazione, questo meccanismo di sviluppo. Molto spesso l’assenza di questo monitoraggio ha creato delle illusioni alle comunità locali, paradossalmente amplificando il fenomeno espulsivo: pensiamo all’esplosione degli affitti brevi all’interno delle città, che in alcuni contesti “minori” hanno portato degli effetti positivi, ma molto spesso hanno invece contribuito a determinare la desertificazione in termini demografici dei residenti e quindi dei servizi per i cittadini e di conseguenza dell’identità dei contesti locali.

Oggi tutto questo non ce lo possiamo permettere perché significherebbe perdere quell’aderenza territoriale che per molti versi caratterizza l’attrattività delle nostre destinazioni turistiche e vorrebbe dire anche abbandonare la nostra condizione di identità nazionale, regionale, di pluralità paesaggistica che è forse il valore e lo strumento più importante nella difficile strada verso l’essere sostenibili.

In questo periodo sta coordinando diversi progetti di ricerca in merito al settore turistico, legati agli impatti da COVID-19. Può fornirci qualche approfondimento a riguardo?

Come da prassi, la ricerca dovrebbe guidare la didattica e, dove possibile, incidere positivamente nell’avviare percorsi virtuosi di terza missione.

I Corsi di Laurea in turismo stanno provando a lavorare in questa direzione, disegnando dei percorsi formativi per i nostri studenti fortemente attrattivi ed intrisi di queste politiche prospettiche. Va ricordato che “Tor Vergata” è una delle poche università italiane ad investire con determinazione nel settore del turismo, anche nella logica delle nuove lauree professionalizzanti.

Abbiamo fatto partire nel passato anno accademico un Corso di Laurea professionalizzante in Turismo enogastronomico (TUReg), così come ne abbiamo altri già attivi nelle scienze del turismo che rappresentano tutta la filiera di studio (triennali, magistrali, master). Nello specifico il corso triennale (TUReg) ha l’obbligo di legge di inserire i partecipanti nel mondo del lavoro facendogli vivere il terzo anno di formazione direttamente in azienda. Le imprese che selezioniamo detengono ovviamente caratteristiche legate alla sostenibilità ed hanno principi etici orientati ad un turismo che ha ricadute sociali per le comunità, al tempo stesso garantiscono ai nostri giovani una reale possibilità di formazione e lavoro.

Queste esperienza formativa è figlia di una progettazione che ha guardato ai sistemi nazionali, a come evolve il turismo, alle logiche interne alla nostra regione, ad un rapporto sinergico tra competenze tra diversi Dipartimenti ed anche a quelle che sono le nuove professioni che si affacciano o si affacciavano al turismo prima del Covid-19. Molti dati ci confermano che gli orientamenti intrapresi sono ancora molto attuali, e che le opportunità per il futuro prossimo sono proprio rappresentate da attività legate al turismo sostenibile.

Riguardo la ricerca è ormai pronto il numero della rivista del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dedicato alle “Geografie del Covid-19”, dove sono presenti più di 60 articoli dedicati a definire scenari ed effetti geografici della pandemia. Una serie di questi articoli è dedicato ad un approfondimento sul turismo al tempo del Covid-19.

Sono inoltre attivi diversi progetti elaborati con la Regione Lazio, con l’Unione Europea, con il MUR e con enti locali. Attività progettuali rappresentative di esperienze diverse nel variegato modo del turismo, con particolare attenzione alla dimensione della sostenibilità e al valore della comunità.

Su quest’ultimo punto si suggeriscono i seguenti link di approfondimento:

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