Le 5 P in 5 domande: l’intervista al Prof. Magistri

È la P di Prosperità il tema di martedì 5 ottobre, terzo appuntamento dell’iniziativa “Le 5 P in 5 domande” realizzata in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021. Il dott. Gianclaudio Romeo ha intervistato il prof. Pierluigi Magistri docente di Geografia, afferente al Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

L’incontro si apre con la chiave di lettura con cui si vuole vedere la PROSPERITA’, ovvero non collegata al concetto di produttività e PIL ma interpretata secondo le tre sfere della sostenibilità: PROSPERITA’ sociale, ambientale ed economica. 

Secondo il Prof. Magistri, quando si parla di PROSPERITÀ di solito si pensa all’idea di benessere economico elaborata dai Paesi del nord del mondo che hanno sviluppato un’economia di tipo capitalistico sotto la spinta del liberismo economico. In questa visione la PROSPERITA’ è sinonimo di uno sviluppo che prende in considerazione quasi esclusivamente la crescita economica il cui grado di benessere di un paese lo si misura in termini di PIL, di ricchezza prodotta e quindi di consumo. “Si tratta però di un consumo bulimico che produce scarti di varia natura” – spiega il Docente – “Basti pensare all’inquinamento e parlare di PROSPERITA’ in quest’ottica può essere dannoso, essa va ripensata secondo i canoni della sostenibilità”.

Per meglio inquadrare la situazione, la discussione si sposta agli anni ‘50 e ‘70 quando nascono le prime problematiche ambientali legate allo sviluppo del mondo occidentale. Da un lato nascono le prime riflessioni sull’inquinamento atmosferico, dall’altro, la crisi petrolifera degli anni ‘70 mette in luce i primi problemi legati all’approvvigionamento delle risorse energetiche e porta a ragionare alla differenza tra risorse rinnovabili e risorse non rinnovabili. Secondo Magistri è infatti all’inizio degli anni ‘90 che si gettano le fondamenta dei pilastri della sostenibilità e ancora oggi si discute di come declinare le varie questioni.

Dopo un excursus temporale, si passa ad osservare il tema della PROSPERITA’ anche da un punto di vista spaziale: se lo sviluppo dei paesi occidentali ha comportato una sovrapproduzione, di conseguenza il cambiamento climatico ha creato nel mondo diverse zone non più coltivabili, a causa della desertificazione dei suoli, dando vita così a fenomeni di migrazioni ambientali.

In questo passaggio della diretta il Prof. Magistri sottolinea come il fenomeno migratorio non sia esclusivamente legato ai cambiamenti climatici, ma spesso sia la conseguenza di spostamenti legati a variazioni economiche. Ricorda come in Italia nel secondo dopoguerra, si assiste allo spopolamento delle aree interne verso le aree pianeggianti costiere e verso le grandi pianure, come la Pianura Padana.

L’abbandono di un ambiente che fino a poco tempo prima era umanizzato e gestito dalle comunità umane ha un impatto negativo. La mancata manutenzione di certi ambienti ha conseguenze come smottamenti, frane e catastrofi naturali che sono opera di un abbandono da parte dell’uomo, ma soprattutto questo costringe ulteriormente all’abbandono innescando un circolo vizioso che ha gravi conseguenze, sia nei luoghi di origine delle migrazioni, ma anche nei luoghi di arrivo delle migrazioni interne perché aumenta la pressione antropica su contesti territoriali più ristretti.  

La conversazione si sposta poi sull’escursione promossa dall’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile lo scorso 16 settembre, dove grazie al coinvolgimento in prima persona del Prof. Magistri, in occasione del Climbing for Climate 2021, evento nazionale organizzato dalla RUS insieme al CAI, i partecipanti sono entrati in contatto con preesistenze storico-archeologiche, che hanno subito modifiche nei secoli a testimonianza dei cambiamenti climatici e dell’attività antropica umana.

Climbing for Climate 2021 – 16 settembre 2021

Dopo aver visitato un’area dell’Abruzzo romano e ascoltato dalla guida del CAI come il fiume Imele sia stato depotenziato dalla sorgente con tutta una serie di conseguenze di carattere ambientale, l’escursione è proseguita su Monte Padiglione, nel comune di Cappadocia. Dal monte è stato possibile vedere come gli interventi dell’uomo hanno radicalmente modificato il paesaggio, si è osservata la distesa della Conca del Fucino dove in precedenza c’era un lago importantissimo per quella regione, che dapprima regimato in età romana è stato poi completamente prosciugato nella seconda metà dell’ottocento.

Prima di chiudere la diretta, il Prof. Magistri ricorda la sua partecipazione con il gruppo di lavoro dei Geografi di “Tor Vergata” alla diffusione del messaggio contenuto nell’Enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, interpretandola sotto gli aspetti geografici legati alla PROSPERITA’:

Occorre ripensare alla geografia stessa, riflettere su un nuovo umanesimo geografico in cui la geografia può dare molte indicazioni. Ci permette di comprendere la realtà all’interno della quale viviamo, per noi e per le future generazioni che è l’obiettivo principale della sostenibilità: sviluppare una PROSPERITA’ che tenga conto delle future generazioni, della ricchezza ambientale, dell’equità sociale, di un nuovo modo di percepire l’economia secondo il senso più profondo e vero del termine, secondo il termine etimologico e cioè quello della cura della Casa comune.

Su gentile concessione del Prof. Pierluigi Magistri è possibile scaricare qui il volume “Geografia e nuovo umanesimo”

Geografia_e_nuovo_umanesimo-1

Per maggiori approfondimenti si segnala la pubblicazione del volume curato dai Proff. Gino De Vecchis (Università Sapienza) e Franco Salvatori (Università Tor Vergata) dal titolo “Geografia di un nuovo umanesimo” edito da LEV.

Geografia_di_un_nuovo_umanesimo_DeVecchis-Salvatori

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