Le 5 P in 5 domande: l’intervista al Prof. Semplici
Giovedì 7 ottobre quarto incontro per il ciclo “Le 5 P in 5 domande” in cui l’Arch. Maria Luigia Fiorentino ha intervistato il Prof. Stefano Semplici, docente ordinario di Etica Sociale del Dipartimento Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte di “Tor Vergata” che ha parlato della “P” di PACE.
Si apre la conversazione ricordando il forte impegno del Prof. Semplici sui temi della sostenibilità e sul ruolo da lui ricoperto dal 2011 al 2015 come Presidente del Comitato Internazionale di Bioetica dell’UNESCO.
La “P” di PACE ricopre un ruolo importante all’interno di tutta l’Agenda 2030 e in particolare, l’Obiettivo 16 è dedicato alla “promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, e si propone inoltre di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli”.
Il Prof. Semplici spiga come debba intendersi la PACE secondo il Goal 16 dell’Agenda 2030 e di come essa sia fortemente interconnessa con i temi legati dalla altre “P”. La PACE non può essere intesa come assenza di guerra, violenza e paura ma va osservata dal punto di vista dei fattori che creando conflitti, diseguaglianze ed emarginazione compromettono il raggiungimento di questo obiettivo. Non si tratta di buoni sentimenti ma di una azione politica che guarda alla promozione di società pacifiche perché inclusive di tante differenze, in grado di garantire giustizia e sicurezza ai propri cittadini e a livello internazionale. Inevitabilmente questa “P” richiama le altre: la centralità della Persona, la responsabilità nei confronti del Pianeta, il ruolo della Partnership e una Prosperità che sia per tutti e non soltanto per alcuni.
Il docente si collega poi alla sua materia di insegnamento, l’etica sociale, che auspica abbia un ruolo importante nella costruzione di una cultura della sostenibilità così come quella che ci viene proposta dall’Agenda 2030. Definisce l’Etica come “l’orizzonte all’interno del quale gli individui e le collettività esprimono e costruiscono la loro volontà di PACE”.
Partecipano all’intervento due studentesse della Macroarea di Lettere: Stefania N’Kombo e Sara Ciancarelli, che chiedono rispettivamente al Prof. Semplici come l’Università possa sopperire alle disuguaglianze in relazione alla P di PACE, e come si possa favorire la diffusione dell’Agenda 2030 in tutti i gradi dell’educazione, quindi anche al di fuori del sistema universitario.
“Non può esserci sostenibilità senza un sistema di educazione di qualità a tutti i livelli che sia realmente aperto a tutti” – afferma il Prof. Semplici – “L’Università è parte di questo impegno e quello che l’Agenda ci chiede è di sentirci consapevoli di questa responsabilità“.
Secondo Semplici il mondo universitario deve dare il proprio contributo attraverso un impegno quotidiano che dia sostanza concreta a questo programma, in particolare si può far riferimento a tre obiettivi più specifici: il tema delle pari opportunità, il rapporto con il territorio e con le comunità nelle quali le università sono inserite, ed apertura interdisciplinare dell’attività di ricerca e didattica, proprio come si sta cercando di fare a Tor Vergata con l’iniziativa 3+3=17.
Ricollegandosi al tema dell’educazione l’Arch. Fiorentino ricorda che è possibile usufruire della lezione “zero” di ASviS sia da parte degli studenti sia dei dipendenti di Tor Vergata.
C’è da fare ancora molto nelle università come responsabilità di servizio al territorio e occorre coraggio per portare avanti i temi dell’Agenda 2030. L’educazione allo sviluppo sostenibile deve caratterizzare tutta la filiera della formazione attraverso momenti specifici e occorre portare le esperienze formative non solo nelle scuole ma portare lo sviluppo sostenibile anche nelle piazze, nelle vie, nei crocicchi virtuali che ciascuno di noi si trova a frequentare.
Quanto detto rappresenta per il Prof. Semplici il “come”, il “che cosa” trasmettiamo però è il vero messaggio della Risoluzione delle Nazioni Unite e il docente invita tutti a fare un piccolo esperimento utilizzando la funzione “trova” per cercare nel testo dell’Agenda 2030 le ricorrenze del termine “cooperazione” che ricorre ben 21 volte mentre il termine “competizione” non compare mai: “E’ innegabile il che cosa l’Agenda 2030 voglia trasmettere, un invito forte alla cooperazione, collaborazione e alla partnership a tutti i livelli“.
Aggiunge l’Arch. Fiorentino come l’esperienza della RUS faccia capire che appartenere ad una rete è il modo più giusto di vivere il rapporto fra gli atenei, ovvero quello di confronto quotidiano senza vivere conflittualità e sfide.
Il Prof. Semplici termina il suo intervento con le prime righe della Costituzione dell’Unesco, scritte alla fine della seconda guerra mondiale:
< poiché le guerre nascono nello spirito degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della PACE; la dignità dell’uomo esige la diffusione della cultura e l’educazione generale in un intento di giustizia, di libertà e di PACE, per cui a tutte le nazioni incombono sacrosanti doveri da compiere in uno spirito di mutua assistenza; una PACE basata esclusivamente su accordi economici e politici tra i Governi non raccoglierebbe il consenso unanime, duraturo e sincero dei popoli e, per conseguenza, detta pace deve essere fondata sulla solidarietà intellettuale e morale dell’umanità>.
Non bastano gli interessi, occorre una solidarietà concreta, efficace e capace di raggiungere i bisogni degli ultimi, nei tanti luoghi e periferie del mondo nei quali questi bisogni si presentano con maggiore urgenza. Questo è l’impegno primo che ci viene affidato dall’Agenda 2030.