Un caffè con… Magnifico Rettore Orazio Schillaci

L’ultimo caffè virtuale di sostenibilità del 2020 si è tenuto lunedì 21 dicembre ospitando il Magnifico Rettore Orazio Schillaci.

Ha condotto l’intervista l’Architetto Stefano Bocchino, Responsabile dell’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo.

Considerando che il nostro ufficio è alle sue dirette dipendenze e pertanto fungiamo un po’ da portavoce istituzionale del nostro Ateneo per ciò che concerne la sostenibilità, vorrei chiederle anzitutto quali sono gli investimenti che la nostra Università ha destinato alla ricerca sostenibile.

Come sapete già nel 2016 il nostro Ateneo ha attivato un bando per progetti di ricerca scientifica per finanziare soprattutto lo sviluppo di aree ad elevato contenuto scientifico-tecnologico, selezionate sulla base delle eccellenze scientifiche della forza innovativa.

Questo in particolare per raggiungere gli obiettivi di miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale nel quadro concettuale disegnato dall’Agenda 2030 dell’ONU.

Tra questi ricordo l’accesso a fonti energetiche rinnovabili e sostenibili, la trasmissione della cultura, la conservazione del patrimonio culturale, il diritto alla salute e al benessere, una qualità di vita adeguata ed una corretta gestione delle risorse economiche e della politica, che sono sicuramente le grandi sfide del Ventunesimo Secolo.

Vi ricordo che l’ONU nel 2015 ha approvato l’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile e i suoi Obiettivi e in linea con questo impegno globale, il nostro Ateneo adottato lo Sviluppo Sostenibile come sua missione e visione introducendo un richiamo agli Obiettivi e ai relativi Target proprio individuati dall’ONU.

Su questo abbiamo fatto uno stanziamento complessivo a bilancio universitario pari a 1,5 milioni di Euro di cui 270.000 destinati a progetti dipartimentali, e i restanti a progetti di Ateneo: i progetti finanziati fino ad oggi sono stati sessantaquattro e sono consultabili sul sito della nostra Università.

Mi fa piacere ricordare che in quest’anno abbiamo anche pubblicato la terza edizione del Rapporto di Sostenibilità, che conferma proprio l’impegno crescente del nostro Ateneo che ha assunto ormai da cinque anni, e che ha posto lo Sviluppo Sostenibile al centro sia della nostra missione che visione.

È anche grazie all’attività del Comitato per l’attuazione della Mission e della Vision a favore dello Sviluppo Sostenibile e con il supporto dell’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile che abbiamo istituito nel 2019, questo tema è costantemente valorizzato in ogni attività istituzionale, di terza missione, di ricerca formativa ed extra formativa, e rappresenta una vera leva di sviluppo per il nostro Campus universitario e per il territorio circostante.

Inserire la sostenibilità all’interno dei processi delle attività istituzionali didattica, ricerca, terza missione, senza assumere comportamenti individuali e collettivi responsabili, secondo un approccio trasversale rivolto agli aspetti ambientali sociali ed economici, rappresenta per l’università un elemento di debolezza sotto il profilo reputazionale tale da impedire all’università stessa di produrre ricchezza al Paese.

Quindi noi vogliamo coinvolgere direttamente gli stakeholder dell’Ateneo attivando azioni concrete di disseminazione della sostenibilità, e questo credo che sarà importante sia da rivolgere alla sfera formativa e professionale degli studenti e costituirà un costante stimolo per tutti noi, perché la consapevolezza dell’assunzione di comportamenti responsabili, risulti un fattore di crescita della collettività universitaria anche in rapporto al territorio.

Devo dire che l’emergenza pandemica che stiamo vivendo, ha visto il nostro Ateneo rispondere – ed è stata pubblicata in maniera efficace anche una brochure sull’argomento – e soprattutto abbiamo avuto nel campo dello smart working e della didattica un ruolo come polo universitario di eccellenza in termini di salute, attraverso le attività del Policlinico Tor Vergata, e anche in ottica di missione.

Accanto alla Mission Sustainability del nostro Ateneo, mi faceva piacere infine anche ricordare l’alleanza YUFE – Young Universities for the Future of Europe, che è una partnership strategica costituita da otto giovani atenei di diversi Paesi europei fortemente orientati alla ricerca, e vi ricordo che nel giugno dello scorso anno con il massimo punteggio la Commissione Europea ha scelto il progetto per la creazione di una nuova Università Europea del futuro.

L’alleanza YUFE insieme anche a sei partner associati, punta ad un cambiamento importante nell’alta formazione europea e si pone come modello per un’università europea non elitaria, aperta, inclusiva e basata sugli studenti.

E quindi credo che è un ecosistema unico collega le università e comunità di riferimento: YUFE è e sarà sempre di più basata sulla cooperazione, tra istituti di alta formazione, settore pubblico e privato, cittadini ovunque in Europa.

L’università YUFE offrirà agli studenti del futuro la possibilità di studiare attraverso l’Europa, di completare il proprio curriculum di studi scegliendo tra programmi offerti da ciascuno dei diversi atenei che ne fanno parte.

Lei è un medico del nostro Policlinico. Vorrei cogliere proprio l’occasione della sua presenza per conoscere l’impegno del nostro Ateneo sull’argomento della salute, considerando anche che è uno dei Goal dell’Agenda 2030 che ha da poco citato, il gol numero 3.

Direi che mai come in questo periodo il Goal numero 3 dell’Agenda, cioè assicurare la salute e il benessere per tutti e tutte le età, è diventato particolarmente rilevante.

Dallo scorso mese di marzo siamo tutti finiti in questa dimensione pandemica che ovviamente ha profondamente mutato i nostri comportamenti personali, i nostri comportamenti collettivi e quindi ovviamente la vita dell’università, che è uno spazio aperto fatto di scambio continuo tra tutti: tra docenti studenti, personale: ovviamente le limitazioni imposte dalla pandemia ci hanno fatto profondamente ridisegnare il nostro modo di vivere l’università.

Devo dire che nello scorso 22 febbraio, ancor prima delle misure prese dal Governo Nazionale, siamo stati credo la prima università italiana ad istituire un gruppo di lavoro per affrontare la pandemia.

Abbiamo identificato nel Professor Massimo Andreoni – che ringrazio per tutto il lavoro svolto in questi mesi – quale responsabile di questo gruppo, che poi ha avuto una delega specifica per tutti quanti gli aspetti del Covid.

Il nostro Policlinico è stato fortemente impegnato sin dall’inizio nella cura dei malati. Superata la prima ondata, dopo un periodo migliore, purtroppo come ben sapete nello scorso autunno siamo rientrati a dover affrontare una nuova emergenza che per il nostro territorio e per la città di Roma è stato anche più pesante di quello che avevamo vissuto e affrontato nel mese di marzo.

Mi fa poi piacere ricordare che abbiamo messo a disposizione del Policlinico e della Regione Lazio una vasta area intorno al piazzale della “Croce” che è uno dei simboli del nostro Ateneo, per poter eseguire all’interno di un drive-in ben organizzato i tamponi per identificare i soggetti che siano positivi al Covid.

Quindi l’impegno dell’Ateneo è massimo, ed è stato massimo anche con tanti progetti di ricerca volti al Covid con l’assistenza sanitaria, e devo dire che se andiamo a leggere il Goal 3 Salute e Benessere, il punto 3B dice: sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili, che colpiscono soprattutto i Paesi in via di sviluppo, fornire l’accesso ai farmaci essenziali e vaccini a prezzi accessibili.

Io credo che ora l’interesse, accanto ovviamente ad assicurare a tutti i pazienti le migliori cure possibili, sarà quello di poter contribuire al piano di vaccinazione che nei prossimi mesi verrà messo in campo, sia a livello nazionale che regionale con tutte le competenze che sono presenti nel nostro Ateneo e nel nostro Policlinico, per far sì che questa terribile esperienza che tutti stiamo vivendo, spero possa volgere al termine nel minor tempo possibile: questo è l’augurio che veramente faccio a tutti.

Accanto alla cura, siamo pronti per poter mettere in campo tutte le complesse caratteristiche che il nostro Ateneo dispone, assieme a tutte le importanti competenze professionali scientifiche, per far sì che il piano di vaccinazione venga approntato nel miglior modo possibile.

Parliamo adesso del “Progetto S.E.D.I.A.”, acronimo coniato dall’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile che sta per Stazioni Ecosostenibili Didattico-ricreative In Ateneo, in quanto trattasi di sedute alimentate da pannelli solari che il nostro ufficio appunto ha proposto come progetto pilota presso la facoltà di Economia e le macro-aree di Lettere ed Ingegneria, per un totale di sette postazioni.

Lei crede che questa iniziativa potrà generare un impatto positivo sull’utenza universitaria vista la nuova opportunità proposta?

Sì, mi fa piacere dare notizia di questo progetto, che ovviamente ha coinvolto diverse nostre macroaree e facoltà per queste panchine conviviali da esterno e ringrazio l’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile per questa idea e questa nuova installazione.

Credo che sia un segnale da parte dell’Ateneo di andare incontro alle esigenze espresse dall’utenza per avere aree esterne con spazi di sosta e di aggregazione.

Chiaro è che oggi purtroppo in questo frangente l’aggregazione non è possibile, ma credo che superata l’emergenza saranno spazi utili con nuovi arredi destinati alla comunità universitaria, sia per uso didattico che ricreativo, e soprattutto in un ambito ecosostenibile considerato che l’energia necessaria per tutte le esigenze richieste, sarà autoprodotta.

L’uso didattico credo sarà l’elemento distintivo delle sedute con il perseguimento degli intenti del nostro Ateneo a trazione Green per la diffusione dell’Agenda 2030 per la popolazione studentesca.

Vorrei infine ricordare che in corrispondenza di ognuna delle sedute verrà riprodotto lo schema iconografico dell’Agenda 2030, ed in sostituzione del numero e del nome dei singoli Goal sarà riportato un QR code che una volta inquadrato con lo smartphone, espliciterà la descrizione del singolo Obiettivo.

Credo che questo sia un progetto interessante e spero che appena le condizioni della pandemia lo consentiranno, potrà essere vissuto e sviluppato a pieno.

Ringrazio il Rettore per il suo intervento e ringrazio anche tutti i professori che hanno partecipato a questo secondo ciclo di interviste che ricordo sono disponibili sul nostro sito sostenibile.uniroma2.it.

Grazie per averci seguito, e dandovi appuntamento al nuovo anno, posso già anticiparvi che il prossimo mese di maggio il Salone della CSR e Innovazione Sociale di Roma si terrà proprio qui a “Tor Vergata”.

Insieme ai miei colleghi dell’Ufficio per lo Sviluppo Sostenibile, auguriamo a tutti un buon Natale e soprattutto un felice anno 2021, dove speriamo di poter ricominciare a organizzare a svolgere in presenza le varie iniziative legate alla sostenibilità, perché come già affermato nel breve intervento effettuato all’inizio di questo secondo ciclo di interviste, sono convinto che nessun uomo è un’isola: nella nostra natura dare importanza alle relazioni è fondamentale, il lavoro di formazione e la didattica a distanza come sistema di vita, non fa parte di noi e del nostro comportamento.

Però nello stesso tempo dobbiamo sempre ricordare che tutto questo che è successo e che sta purtroppo ancora accadendo, dipende sempre e soltanto da noi e dai nostri comportamenti.

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